mercoledì 20 marzo 2019

Dalla Grafologia alla Psicologia della Scrittura

Nel mio lavoro di Perito e Consulente Psicografologo, capita frequentemente di incontrare colleghi/e che si sono formati ad una scuola di grafologia oggi presenti sul territorio italiano. La loro diversa impostazione ma soprattutto, la mancanza di una formazione di base in ambito psicologico o scientifico, porta spesso a situazioni di contrasto nella valutazione di scritti, firme, testamenti ecc..., oggetto di indagine grafologica. E' risaputo che la grafologia si basa su osservazioni empiriche e intuizioni isolate, senza avere il supporto di leggi che ne attestino la validità scientifica. Manca difatti, di un consolidato sistema di segni grafici e di un sistema psichico.

Per quanto abbiano scoperto e catalogato un buon numero si segni grafici, le varie correnti si differenziano non solo per il metodo di lavoro e nell'uso di una terminologia, ma anche riguardo alle norme fondamentali da seguire nell'analisi grafologica; manca una base scientifica, un denominatore comune che possa rendere valide e credibili le ipotesi che sono state formulate.

Mancano delle leggi universali che uniformino l'interpretazione della scrittura, eliminando le incertezze e i contrasti tra le diverse teorie.
E' solo grazie agli studi del prof. Marco Marchesan che ha dapprima messo in luce le contraddizioni della grafologia, è riuscito a trovare quel supporto scientifico e psicologico necessario per rendere attendibile e affidabile la grafologia. E' così nata la grafopsicologia o psicologia della scrittura.

Differenze tra grafologia e psicologia della scrittura

Grafologia e psicologia della scrittura si differenziano in base a quattro caratteristiche principali.

1- La grafologia non fa riferimento a un sistema grafico preciso, manca infatti di un coordinamento sistematico che permetta un'interpretazione esatta e si limita a raccogliere le osservazioni in modo empirico e frammentario, anche se, a volte, si vale di intuizioni acute e precise.
La psicologia della scrittura invece, si basa su un sistema grafico in cui sono decodificate organicamente tutte le particolarità grafiche corrispondenti, ciascuna a precise caratteristiche personali.

2- La grafologia non ha un riferimento psicologico univoco; i grafologi hanno ovviato a tale mancanza seguendo ora l'uno, ora l'altro indirizzo di psicologia sperimentale e di psicoanalisi.
La psicologia della scrittura utilizza un "sistema psichico" che spiega il meccanismo attraverso il quale un segno grafico proietta una tendenza psichica. Questo sistema rende possibile la descrizione dettagliata ed oggettiva della psiche nella sua struttura e nel suo dinamismo.

3- La grafologia manca di leggi sistematiche, alcuni grafologi hanno tentato di formulare delle leggi, che però sono risultate delle semplici e ovvie enunciazioni.
La psicologia della scrittura ha formulato una serie di leggi sull'espressività del segno grafico; queste leggi, accertate attraverso verifiche sperimentali, svelano il meccanismo in base al quale le caratteristiche della personalità si riflettono simbolicamente nella scrittura.

4- La grafologia non si è sempre interessata dei fondamenti fisiopsicologici.
La psicologia della scrittura ha indagato, in modo approfondito, il rapporto tra scrittura, sistema nervoso e psiche.

venerdì 1 marzo 2019

Utilizzo di firme autografe su documenti contraffatti

Nell'era della contraffazione il Consulente Grafologo è chiamato a fare molta attenzione anche alla natura dei documenti su cui vengono riportate le scritture o le firme in verificazione. E' un caso recente, aprile 2017, quello capitato ad un mio assistito che, essendo il sottoscritto stato nominato dal suo avvocato in qualità di CTP in una causa civile, lo vedeva coinvolto in qualità di amministratore, con una serie di firme, apparentemente autografe, apposte su documenti a lui estranei e non riconosciuti affermando di non averli mai né visti né firmati.

Può succedere che trascorso un certo periodo di tempo non ci si ricordi di avere firmato dei documenti. La natura stessa del lavoro di amministratore è anche quella di essere esposto alla sottoscrizione di numerosi atti. Inoltre, non è da sottovalutare l'intenzionalità di non volere riconoscere le proprie sottoscrizioni pensando di sviare l'indagine grafologica. Nel caso specifico, dalle fotocopie dei documenti in verificazione, il mio assistito aveva ammesso che quelle firme  sembravano proprio le sue, ma lui era certo di non averle mai fatte. E aveva ragione!

Difatti, in sede di inizio operazioni peritali, con la possibilità di visionare gli originali dei documenti con le firme apposte con penna biro ad inchiostrazione blu, tutto sembrava autentico. Volli però visionare il documento utilizzando il microscopio con luce bianca e mia sorpresa, la carta era invasa da macchioline di inchiostro giallo e ciano, simili a quelle lasciate dalle stampanti a getto di inchiostro, invisibili ad occhio nudo ma riscontrabili con il microscopio.

E stato quindi evidente che qualcuno volle contraffare i documenti redatti con pc, scrivendo ciò che era di suo interesse e apponendovi successivamente delle firme autentiche ricavate da altra documentazione già in suo possesso firmata dal mio assistito amministratore, firme che con la stampante a colori, sembravano effettuate con una normale penna a sfera. Qualcuno abile con il pc e con l'utilizzo di un idoneo programma, era riuscito a separare le firme autografe dai documenti originali su cui erano riportate, per poi posizionarle sui documenti contraffatti ed in verificazione.