Un caso
di alterazione della scrittura testamentaria in persona affetta da Disturbo
Bipolare con decadimento cognitivo. Incapacità di intendere e volere.
Nella mia pratica di Consulente del Tribunale di Monza sono
stato nominato dal Giudice in qualità di CTU al fine di valutare la validità di
tre testamenti effettuati nello stesso giorno dalla persona che ha voluto
manifestare le ultime sue volontà, recanti la medesima data, redatti
presumibilmente in orari differenti con differenti beneficiari. Come spesso succede, veniva messa in
discussione la loro validità dai parenti esclusi dalle volontà testamentarie. In
sostanza i parenti esclusi sostenevano che i tre testamenti non fossero stati
scritti dalla de cuius o in alternativa, che viste le condizioni di salute la stessa non fosse stata nelle capacità di
intendere e volere nei momenti di stesura delle tre schede testamentarie.
Dalle cartelle cliniche recuperate presso i vari Enti ospedalieri
dove la de cuius, ormai ultra ottantenne non acculturata, è stata più volte
ricoverata, si evince la diagnosi di “Disturbo Bipolare con ripetuti episodi
depressivi e maniacali anche con sintomatologia delirante e persecutoria”.
Vengono inoltre segnalate alterazioni a livello cognitivo e anomalie del
comportamento ma con momenti di lucidità e coerenza mentale.
E’ bene ricordare che nonostante le indubbie e carenti
condizioni di salute, ci possono essere
dei momenti o periodi della giornata, dove ci si trova in condizioni di capacità
sia intellettive che volitive tali da essere perfettamente consapevoli dei
propri atti e desideri che rendono valide le proprie volontà riportate nello
scritto testamentario.
Nel caso in esame dalle scritture riportate nei tre
testamenti, si evince perfettamente che la de cuius fosse stata nelle
condizioni di esprimere chiaramente le proprie volontà in due dei tre testamenti, mentre nel terzo si
evince una mancanza di lucidità mentale tale da mettere in dubbio la sua
validità.
Difatti, come si può osservare dalle scritture riportate qui
sotto, si notano una serie di significativi segni grafologici indicativi di uno
stato mentale di capacità di esprimere le proprie volontà ed intenzioni consapevolmente.
Nei due testamenti che sono stati effettuati con una
scrittura statica ed elementare in sintonia con le capacità di una persona poco
istruita, si notano i seguenti segni grafologici a sostegno delle capacità di
intendere e volere e che lo stato psicofisico della de cuius, nel momento della
loro scrittura, non ha minimamente influito nel determinare le sue ultime
volontà.
Precisamente, sono presenti i seguenti segni grafologici:
-
Aderenza ad un ipotetico rigo di base con sole
lievi fluttuazioni che rientrano nella normalità per una persona ultra
ottantenne non acculturata;
-
Chiarezza nella formazione delle lettere
grammaticalmente leggibili;
-
Costanza nello spazio lasciato tra parole;
-
Costanza nello spazio tra le lettere nelle
parole;
-
Mancanza di correzioni e ripassi significativi nelle
lettere;
-
Simile altezza delle parole presente in ogni
singola scritture dei due testamenti;
-
Robustezza del tratto grafico nonostante qualche
tremolio dovuto all’età;
-
Simile spazio lasciato tra le righe senza
eccessive ascendenze o discendenze.
-
Nella scrittura del terzo
testamento sono inoltre presenti segni grafologici che fanno propendere per
un’alterazione delle condizioni psicofisiche della de cuius dovute al suo stato
di salute così come specificato sopra, e precisamente:
-
Scrittura tortuosa con evidenti sali e scendi dal
rigo di base anche all’interno della stessa parola;
-
Incapacità di tenere una linearità delle parole
e lettere allineate alla base;
-
Evidenti frequenti correzioni e stacchi di
lettere o parti di lettere;
-
Mancanza di uniformità dello spazio lasciato tra
le righe.
Questi ultimi segni
grafologici evidenziano una disposizione
caotica e una perdita di coordinate spaziali. Infatti, oltre ad un’evidente
fluttuazione delle lettere, la mancanza di capacità di tenere il rigo
manifestata con continui sali e scendi di parole nel rigo e di lettere
all’interno della stessa parola, le frequenti correzioni, i molti tremolii, la
mancanza di continuità nel legare le lettere tra loro in sillabe o gruppi di
più lettere ma sono sempre staccate e
solo ravvicinate, fanno propendere per una evidente regressione mentale ed un
acclamato stato confusionale. Tali comprovate condizioni mentali possono
certamente avere inficiato le idonee capacità intellettive e volitive nel
momento della stesura della scheda testamentaria.



